Tanto tempo fa…

Onde evitare querele, specifico che quanto segue è solo un’opera di fantasia. Forse.

C’era una volta un giovane social network che si chiamava Netlog (dopo una battaglia legale con Facebook, persa, a seguito della quale aveva dovuto abbandonare il vecchio nome di Facebox) e che nonostante facesse molto era Internet 1.0 era molto frequentato da una variopinta schiera di personaggi.

Un giorno, però, avvenne che il suo antagonista su nominato, Facebook, cominciò a prendere fin troppo piede, persino in Italia, dove molti cominciarono una doppia o tripla vita virtuale: più riservata su Netlog, dove conservavano l’antico uso dei nickname, e più scoperta su Facebook, dove per invito/imposizione dei gestori era uso utilizzare i propri veri dati. Di conseguenza avveniva che si era molto più onesti sotto la maschera di Netlog che a pelle nuda su Facebook.

Le due community avrebbero quindi potuto convivere pacificamente, ma a quel punto gli amministratori principali di Netlog decisero che il loro avversario era ormai troppo potente, che presto Netlog sarebbe stato soverchiato, e che tanto valeva tuffarsi su un target del tutto opposto a quello di Facebook: i morti di figa. Parecchi ex utenti di Netlog ricorderanno quel periodo: niente più gruppi, un bug nuovo dietro l’altro, risposte inutili e talvolta insolenti da parte dell’Help Desk, che paradossalmente sembrava quasi non prendere in considerazione il fenomeno dei maniaci, degli stalker, di coloro che avevano sempre costituito una fetta abbastanza grande di quel sito ma che ora stavano aumentando in maniera preponderante, sia su scala percentuale (dato che i numerosi disservizi spingevano gli utenti normali a non collegarsi più o a rimuovere i propri profili) che su scala reale (un sito frequentato soprattutto da maniaci ed esibizionisti di ambo i sessi è ottimo per attirare maniaci ed esibizionisti di ambo i sessi).

Ciò nonostante uno scarno ma compatto gruppo di utenti continuava imperterrito a fare di Netlog lo stesso uso che aveva fatto in passato, prodigandosi anche nel fornire assistenza e conforto ai nuovi arrivati “normali”, perché riteneva che difetti o no, e nonostante la stronzaggine dei proprietari del social network, il sito in se fosse essenzialmente quello che loro cercavano: una nicchia dove avere un proprio diario (anche se in qualche modo pubblico), dove sparare cazzate senza timori, dove scrivere riflessioni anche interessanti e trovare comunque persone disposte a leggerle (no, facebook decisamente per queste cose non va bene) ed a commentarle (sotto questo aspetto la mancanza delle funzioni “mi piace” e “condividi” era fondamentale).

Quel che gli sprovveduti di cui sopra non sapevano, o che sospettavano ma preferivano ignorare, è che dietro il fare apparentemente sconclusionato e autolesionista dei gestori del sito ci fosse un piano tanto diabolico quanto semplice: fare il pienone di profili di mandrilli, di gente poco interessata alle chiacchiere, di maniaci ed esibizionisti con la preponderante passione del tacchinaggio online, in pratica il target perfetto di Stepout e Twoo, dove probabilmente in questo momento stanno sguazzando allegramente.